Pubblicita e affiliazione per micro-sponsorizzazione

domenica 13 dicembre 2009

Lolita




Autore: Vladimir Nabokov

Anno: 1 ed. originale 1955
1 ed. originale italiana 1959


Trama:

Il Professor ,Humbert Humbert voce narrante del racconto, annoiato insegnante quarantenne di letteratura francese, per circostanze fortuite e inaspettate fa la conoscenza di Dolores Haze, dodicenne ribelle e maliziosamente spregiudicata che gli richiama in mente il suo primo amore da tredicenne. Nonostante la differenza di età, egli perde completamente le testa per la giovane ninfetta tanto da sposarne la madre per rimanere al suo fianco.

Dopo la morte della signora Haze, i due cominciano un lungo vagabondaggio da un motel all'altro in giro per gli Stati Uniti fino a stabilirsi in una nuova città dove Humbert si fa passare per il severo padre all'antica di Lolita e la iscrive ad una scuola femminile.

Humbert tiene Lolita praticamente prigioniera, ma si lascia persuadere a permetterle di frequentare una scuola di teatro dove conosce Quilty.

Lolita per fuggire, convince Humbert a riprendere i vagabondaggi, ma, ben presto, ricoverata in ospedale per una malattia, riesce a sfuggire alla sorveglianza e a dileguarsi con un uomo adulto che si è fatto passare per lo zio.

Dopo circa tre anni, Humbert, riceve una lettera da Lolita, ormai diciassettenne, che gli scrive di essere sposata, in attesa di un figlio e bisognosa di danaro. Humbert va a trovarla, le consegna i soldi lasciati dalla madre e cerca di portala con sé, ma riceve un secco rifiuto e riesce solo a farsi dire il nome di chi aveva aiutato Lolita nella fuga: Quilty.

Humbert va a cercare Quilty e lo uccide, arrestato per l'omicidio, scrive in carcere, in attesa di processo, il libro di memorie: "Lolita o le confessioni di un maschio bianco vedovo" (Lolita or, The Confessions of a White Widowed Male).

Citazione:

« Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta. Era Lo, semplicemente Lo la mattina, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita. »

« Ma ancora più vivida di quei colori che gioivano tranquilli- perchè ci sono colori e sfumature che sembrano divertirsi in buona compagnia-, più vivida e più sognante all' orecchio di quanto essi non fossero all' occhio, c' era quella vaporosa vibrazione di suoni accumulati che non cessava neanche per un attimo, mentre si levava verso il bordo di granito dove io mi tergevo la bocca fetida. E presto mi resi conto che tutti quei suoni avevano un' unica natura, che nessun altro suono giungeva dalle strade della città trasparente, con le donne in casa e gli uomini al lavoro. Lettore! Ciò che udivo era soltanto la melodia dei bambini che giocavano , soltanto quello, e l' aria era così limpida che in mezzo a quel vapore di voci mescolate, maestose e minute, remote e magicamente vicine, schiette e divinamente enigmatiche, si poteva udire di tanto in tanto, come liberato, uno zampillo quasi articolato di vivide risa, o il colpo di una mazza, o lo sferragliare di un camion giocattolo, ma era tutto troppo lontano dagli occhi perchè si potesse distinguere un movimento nelle strade appena tratteggiate. Rimasi ad ascoltare quella vibrazione musicale dall' alto del mio dirupo, quegli sprazzi di grida isolate che avevano per sottofondo una sorta di schivo mormorio, e allora capii che la cosa disperatamente straziante non era l' assenza di Lolita dal mio fianco, ma l' assenza della sua voce da quel concerto di suoni. »